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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), I, 22
 
originale
 
[22] Ad haec ego risum subicio: "Benigne" inquam "et prospicue Demeas meus in me consuluit, qui peregrinaturum tali viro conciliavit, in cuius hospitio nec fumi nec nidoris nebulam vererer"; et cum dicto modico secus progressus ostium accedo et ianuam firmiter oppessulatam pulsare vocaliter incipio. Tandem adulescentula quaedam procedens: "Heus tu" inquit "qui tam fortiter fores verberasti, sub qua specie mutari cupis? An tu solus ignoras praeter aurum argentumque nullum nos pignus admittere?" "Meliora" inquam "ominare et potius responde an intra aedes erum tuum offenderim." "Plane," inquit "sed quae causa quaestionis huius?" "Litteras ei a Corinthio Demea scriptas ad eum reddo." "Dum annuntio," inquit "hic ibidem me opperimino", et cum dicto rursum foribus oppessulatis intro capessit. Modico deinde regressa patefactis aedibus: "Rogat te" inquit. Intuli me eumque accumbentem exiguo admodum grabattulo et commodum cenare incipientem invenio. Assidebat pedes uxor et mensa vacua posita, cuius monstratu: "En" inquit "hospitium." "Bene" ego, et ilico ei litteras Demeae trado. Quibus properiter lectis: "Amo" inquit "meum Demeam qui mihi tantum conciliavit hospitem".
 
traduzione
 
Cos? dicendo feci pochi passi e, arrivato sulla soglia, cominciai a bussare alla porta, ch'era sprangata a dovere con tanto di catenacci, e a chiamare. Finalmente comparve una ragazzotta: ?Ehi, tu, che bussi con tanta furia,? mi fece ?che pegno hai per il prestito che desideri? Lo sai o no che si accettano solo pegni d'oro e d'argento?? ?Potresti anche parlare con pi? creanza? le risposi. ?Intanto dimmi se il tuo padrone ? in casa.? ?Certo che ? in casa, ma perch? me lo domandi?? ?Ho per lui una lettera di Demea da Corinto.? ?Glielo vado a dire; tu, intanto, aspetta qui? e mi sbatt? la porta sulla faccia tornando a sprangarla a doppia mandata. Dopo un po' ricomparve spalancando i battenti: ?Ti puoi accomodare? fece. Entrai e me lo vidi davanti, sdraiato su un lettuccio striminzito, che si accingeva a cenare. Gli stava seduta accanto la moglie ma la mensa era vuota. ?Ecco quel che posso offrirti? mi fece, mostrandomi la tavola. ?Obbligatissimo? e gli consegnai la lettera di Demea. Dopo averla letta alla svelta esclam?: ?Ma che caro il mio Demea, che mi ha mandato un ospite cos? di riguardo.?
 

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